MANZ. 11. 0011 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
Virgilio sentiva che le sensazioni che queste parole dovevano eccitare erano le più proprie all’immagine ch’egli voleva dare, e se gli <u> a </u> vi abbondano non è certo merito di Virgilio che non andò in cerca di <u> a </u> ma di belle immagini
o forse perché la statua colorata torrebbe ogni sorta d’illusione – accrescendo una somiglianza al vero, il colore nella statua mi accresce il senso d’una differenza, cioè della mancanza del moto forse la proporzione dei mezzi è quella che produce l’illusione, ma questa parola va intesa in un senso molto moderato
Nota che l’autore non aveva letto il <u> Mattino </u>. E sì che non lascia di rimenarsi per la bocca <u> les Italiens les Italiens </u>
Point du tout puisque quand même on croirait ancore à Minerve etc. l’illusion ne sarait pas complette.
e più vario perché non è sempre un <u> e </u> che termina ma tutte le vocali sono propizie a ciò
perché voi date spesso una elevazione all’<u> e </u> muta nei vostri versi, e particolarmente nei novenari, che non hanno di verso che il numero delle sillabe, senza metro né ritmo. Perché essi abbiano un suono, non si può pronunciarli altrimenti che come tre amfibrachi, dunque Cĕ vīeillărd, qŭi, d’ūn vŏl ăgilĕ, / Fŭit tōujours săns êtrĕ être arrêtē ma se li pronunciate Ce vieillārd, qui, d’un vol agile, / <u> Fuit toujōurs săns être arreté </u>, non avete alcuna armonia; Le tēmps cette image mobile è armonico ma così non ve n’ha una quarta parte. Aggiungete De l’immobile éternité, non solo non è bello, ma è accentato diversamente dai due primi
come non è sensibile? Chi può mai muover dubbio che nella parola <u> Racine </u> l’accento cade sulla penultima? E così di tutte le voci che hanno quella benedetta e che non v’invidio, perché noi poveri monotoni possiamo finire con a e i o u
quelli che non pronunciano Nascentém placidò luminé viderìs, pronuncia dei soli Franc: e che i Latini non hanno mai potuto usare, perché non ammmette che giambi trochei ed anapesti; il dattilo lo cangia in anapesto facendo di cōndĕrēt ūrbem, conderēt urbēm; Così l’esametro va in fumo, e che verso diventa?