MANZ. 15. 0011 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

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Notare quanti pregiudizi abbia qui affastellati l’autore per non aver preso il vocabolo <u> purità </u> nel suo senso ovvio e universale, ma attribuitogliene uno stranissimo suo. Il senso ovvio è quello inteso da Cic. (De O. 1, 29) in: ut pure et latine loquantur, da Ces in puri sermonis amator etc

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dov’è la lingua nazionale nel caso qui contemplato?

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è p. III., II.

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sicchè accettare per arbitro della lingua quello che ne è l’autore e il legislatore, è cadere in inconvenienti!

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agevolissimo. Basta veder nella Crusca il S.VIII d’Argomento, dove dice: per istrumento; e osservare che l’usanza di sostituire a un nome speciale di cosa spiacevole a nominarsi, un nome generico, è comune, credo, a tutte le lingue. I francesi, senza aver venerabili padri, dicono comunemente remède in quel senso

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Ne segue ben altro: ne segue che l’uso e l’uso solo è quello che fa le lingue essere quali sono.

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la trova stranissima, e non avverte che questa regola speciale ai neutri presso i Greci è generale, se non m’inganno, nel dialetto veneziano. Nel milanese è pure speciale: quando il verbo regge <u> quei che </u> plur vuol esser singolare. Es: alcuni credono, dormono tutti: <u> quei che crede, quei che dorme </u>

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V. qui dietro. <u> Tutte le altre </u>. Non si segue se quelle della prima specie sieno fra le altre. Indeterminatezza fluttuazione continua = condizione necessaria dei sistemi non dedotti da principi antichissimi

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Oh quante in una volta! Intrinseca qualità delle parole! Termine conveniente all’idea! Ma come conveniente? Per una bontà del suono delle lettere di quel termine? Ben derivato! Da che? Circolo vizioso più strano di questo è forte difficile a trovarne

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NB <... ...>

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sicchè col testimonio del Davanzati riman provato che la lingua italiana comune è una lingua morta

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cioè nella vostra, non nella sua, nella lingua toscana del C. Napione e dell’abate Cesari che è la lingua di alcuni libri. Ma nella lingua toscana parlata il Mag.ti non aveva esempio di conversazione nobile e disinvolta! Ma se ce n’è esempio in tutti i dialetti parlati in qualche città! Necessità di crearsi uno stile nuovo di conversazione nobile e disinvolta!

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Vedi il contrario pag 87. «Qualora fra gli scrittori celebri v’è discordanza nell’uso, debbe esser lecito a chi scrive di determinarsi col suo giudizio.» Il che è dire che quando c’è concordanza s’ha a aderir cecamente.