MANZ.BRU. A.03. 086 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Osservazioni sull'esemplare
La c. 1 presenta la dedica a Manzoni da parte della Società Tipografica de’ Classici Italiani.
- Presentazione
Il volume non presenta postille esplicite, ma ciononostante è un prezioso documento dell’intensa campagna di spogli avviata da Manzoni sui testi della tradizione fiorentinista cinquecentesca. La commedia è infatti un genere letterario molto frequentato da Manzoni nella ricerca del fiorentino quotidiano, lingua cui cerca di uniformare l’edizione ventisettana dei Promessi sposi. I notabilia alla Trinuzia e ai Lucidi, infatti, mostrano concordanze sia con le postille alla Crusca (29 le citazioni dalla Trinuzia e addirittura 37 quelle dai Lucidi) che con la lingua della Seconda minuta del romanzo (oltre che con altri scritti linguistici manzoniani, come i Modi di dire irregolari e gli spogli per il Sentir messa), offrendo così un solido appiglio per un’ipotesi di datazione della lettura del testo. La Trinuzia è peraltro l’unica tra le commedie cinquecentesche avidamente setacciate da Manzoni nella sua ricerca di una «lingua viva e vera» a essere citata nella trattazione sui Modi di dire irregolari: «Quella fanciulla, che costor dicevano che era figliuola di quella Sanese, non è sua figliuola altrimenti: e quante cicalerie e quante baie s’è dette!»; «Tolto via questa cagione, noi torneremo migliori amici che mai» (entrambi i passi offrono testimonianza dell’uso, anche letterario, della forma, non tollerata dalle grammatiche ufficiali, del che indistinto).
Tra i numerosi riscontri con il romanzo particolarmente interessante risulta il reimpiego dell'espressione mettiamo (che Manzoni riporta anche in postilla alla Crusca: tratto tipico del discorso orale, l’intercalare compare a partire dalla Ventisettana, in Fe XIV 10: «Mettiamo, per un supposto»; l’espressione è inserita in uno dei «quartini sostituiti» quando la stampa del romanzo era ormai già avviata. Unica occorrenza nella prima edizione, nella Quarantana Manzoni inserisce una seconda occorrenza, in Q XXVIII 34, nell’excursus sugli sforzi prufusi dal cardinal Borromeo per cercare di limitare i danni della carestia: «Qui, due migliaia, mettiamo, d’affamati più robusti ed esperti a superar la concorrenza e a farsi largo […]»; il contributo linguistico dei comici toscani, quindi, viene messo a frutto anche per le digressioni storiche, condotte da Manzoni con i toni del discorso quotidiano.
- Descrizione della postillatura
Il volume presenta notabilia e segni di lettura.
- Data della postillatura
1823-1827
- Segni di lettura
- pp. 10, 11, 12, 13, 18, 21, 22, 23, 25, 28, 31, 32, 33, 35, 44, 45, 46, 47, 49, 52, 53, 54, 55, 57, 60, 65, 66, 68, 72, 73, 75, 76, 78, 79, 82, 84, 85, 86, 89, 94, 95, 96, 98, 102, 107, 114, 117, 118, 121, 126, 129, 140, 141, 142, 143, 146, 148, 149, 150, 152, 153, 156, 159, 160, 163, 165, 169, 170, 171, 172, 175, 178, 917 [i.e. 179], 181, 184, 188, 189, 190, 195, 196, 200, 201, 207, 208.
- Orecchie
- pp. 38, 40, 51, 60, 76, 86, 176, 188, 190.
- Opere correlate
- Fa parte di
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Firenzuola, AgnoloOpere di messer Agnolo Firenzuola fiorentino. Volume primo [-quinto] [Postillato]
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- Esemplari dello stesso insieme
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MANZ.BRU. A.03. 0865 [Postillato]
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