MANZ. 14. 0015 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
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Non si è detto mille volte, e non si dice tuttavia, benchè più di rado: il nobile Sigr. Conte? Del resto la seconda citazione prova la distinzione di nobili e di plebe fra i Longobardi, ma non una classe di Servi. Se questa si provasse avere esistito, bisognerebbe crederlo, ma non ve ne essendo orma, bisogna stare all'analogia di tutto il sistema delle conquiste dei popoli settentrionali. È uno dei punti più importanti di quella storia, e ne spiega una gran parte.
Luogo dell'opera: Dissertazione XIII : «Degli uomini Liberi, ed Arimanni»
Termine o passo postillato: Però più sicuro è il credere, che anche fra i Longobardi si trovasse il triplicato ordine de’ Nobili, degli Ingenui, e de’ Servi. Noi vedremo che molti degli Ingenui Longobardi per la loro povertà coltivavano le Terre altrui. Odasi poi Paolo Diacono, Lib. V, Cap. 36 De Gest. Longobard., che così scrive: Breziana Civitas magnam semper Nobilium Langobardorum multitudinem habuit. Se ciascun Longobardo era ascritto al ruolo de' Nobili, non occorreva ch'egli aggiugnesse Nobilium. L’aggiunse egli per denotar quelli che ne’ susseguenti Secoli fuorno appellati Milites. E qui sotto al Cap. XVIII. vedremo scritte Lettere Clero, Nobilibus, et Plebi delle Città.