MANZ. 14. 0015 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
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La legge di Rotari parla di ancelle gentili e di romane. Il Muratori nella nota (R. I. T. I. P. II. pag. 31.) suppone che gentile significhi Longobarda e non pagana perchè ha bisogno di trovare delle ancelle Longobarde, della esistenza delle quali è già persuaso. Ma nè la detta legge, nè le altre citate nella nota non nominano nè indicano ancelle della nazione conquistatrice.<u>Vi saranno stati!</u> perché? i vincitori non vogliono servire.
Si noti la lunga barra a bargine.
Luogo dell'opera: Dissertazione XIII : «Degli uomini Liberi, ed Arimanni»
Termine o passo postillato: Vili persone sono chiamati coloro, che erano stati Servi; ed opponendosi questi ai Nobili, parrebbe perciò, che gl’Ingenui , nati Liberi, fossero in qualche maniera riputati Nobili. […] Adunque non bastava essere Ingenuo per pretendere la Nobiltà. Pure Camillo Pellegrini uomo dottissimo nella Prefazione alla Storia dell’Anonimo Salernitano portò opinione, che niun Longobardo fosse in Italia, che non godesse della Nobiltà. Vir Langobardus, dic’egli, ideoque Nobilis. E tal suo detto spiega egli con dire: Langobardi omnes sordidis ab artibus semper abstinuere, dum rebus potiti sunt prosperis, ac primæva in dignitate permansere; nullusque in tota gente habebatur, qui Sublimis, et Illustris, hoc et Patritius, non censeretur.
Contuttociò si può dubitare, se sopra sodi fondamenti posi questa sentenza. Chi ha assicurato il Pellegrini, che a niun’arte sordida si applicasse alcuno de’ Longobardi? V'erano Ancille, o sia Serve Longobarde, come risulta dalla legge 194. di Rotari. Anche de' Longobardi vi saranno stati alcuni Servi, e questi al certo erano esclusi dalla condizione de’ Nobili.