MANZ. 16. 0205 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
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Aver paura, vale anche dubitare, essere anzi inclinato a credere; Salv. not. Fier. 417. <i>Barzelletta, io ho paura che non venga da farsa.</i> È maniera usitatiss.ma in Lombardia. >Un< C'è un verso del Berni (Orl. In. 1. 5. 53.) che par fatto apposta per ispecificare questa forza di <i>paura</i>: E posso aver certezza e non paura, Che raccontando quel che m'è accaduto, Il ver dirò, nè mi sarà creduto.
parentesi quadra come segn di richiamo
Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 277
Termine o passo postillato: AVER paura. Aver timore, Temere. Lat. vereri. Gr. φόβον ἔχειν. Dant. Purg. 30. Il fantolin corre alla mamma, Quand'ha paura, o quando egli è afflitto. Bocc. nov. 1. 14. Io non voglio, che voi di alcuna cosa di me dubitiate, nè abbiate paura di ricever per me alcun danno. G. V. 9. 109. 4. E dicono, che i Lombardi hanno paura della lumaccia. Bern. Orl. 1. 13. 28. Aveva solo il Principe paura Di non veder la bestia, che volava.