MANZ.BRU. A.02. 037-046 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Presentazione
Manzoni possiede anche un'altra edizione dell'opera omnia machiavelliana: si tratta delle Opere edite a Milano per L. Mussi, 1810-1811, 4°, vol. 11; tali volumi, non postillati, sono conservati nella biblioteca manzoniana di via del Morone, con segnatura CSM 2278-88.
Come tutti i grandi classici, anche Machiavelli ha un ruolo centrale nella formazione letteraria manzoniana. Dalle opere 'maggiori' di Machiavelli (si pensi per esempio al Principe e ai Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio) Manzoni trae spunti di riflessione tanto per le tragedie (in particolar modo l'Adelchi) quanto per il romanzo storico, genere letterario 'misto' del quale Manzoni riconosce, in nuce, le caratteristiche già in alcuni passi dei Discorsi, specie laddove Machiavelli, che Manzoni intelligentemente recupera nella sua complessità di pensiero e scrittura, slegando l'autore dal ritratto, logoro e stereotipato, del cinico uomo politico (nonostante nel Fermo e Lucia compaia un'eco di questa immagine, ripresa nell'anonimo «machiavellista» che fa capolino nella folla raccoltasi per l'arrivo di Ferrer), diviene oltre che storico addirittura poeta, per la sua capacità di superare la ricostruzione fedele del vero storico andando alla ricerca dello scavo intimo dell'animo umano.
Machiavelli è quindi stato autore fondamentale non solo per il Manzoni tragediografo e romanziere, ma anche per il Manzoni storiografo, come dimostra il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, che parrebbe ispirato al cap. XI delle Istorie fiorentine, nel quale Machaivelli elogia appunto la fusione avvenuta in Italia, e ciecamente osteggiata dal Papato, tra popolazione di origine romana e i popoli di origine barbarica.
Le commedie (sia le maggiori che le minori) di Machiavelli, infine, vengono interrogate da Manzoni come preziosi testi di lingua, ricchi di locuzioni e modi idiomatici che trovano felice accoglienza nei Promessi sposi. Nelle postille al Vocabolario della Crusca, però, trovano accoglienza citazioni provenienti da vari testi machiavelliani, anche in assenza di precise concordanze con postille e segni di lettura nei volumi (una citazione dall'Andria, cinque dalla Clizia, una dalla Commedia in versi, una dal Dialogo intorno alla nostra lingua, sei dai Dialoghi sopra la Prima Deca di Tito Livio, una dal Discorso sopra le cose di Pisa, una dai Frammenti storici, una dal Principe, nove dalle Istorie fiorentine, tre dall'Istruzione a un ambasciatore, due dalla Mandragola, due dall'Arte della guerra, tre dalla Novella di Belfagor arcidiavolo e due dal Sommario delle cose di Lucca).
- Descrizione della postillatura
Presentano postille verbali, orecchie, notabilia e segni di lettura i voll. II e III; presentano solo segni di lettura 'muti' (notabilia e orecchie di lettura) i voll. I, VIII e IX; i voll. IV e X presentano solo orecchie.
- Comprende
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Machiavelli, Niccolò1 [Postillato]
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Machiavelli, Niccolò2 [Postillato]
- 3 [Postillato]
- 4 [Postillato]
- 5
- 6
- 7
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Machiavelli, Niccolò8 [Postillato]
- 9 [Postillato]
- 10
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