MANZ.BRU. A.02. 037 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Presentazione
Nel dicembre del 1810 Manzoni scrive a papa Pio VII chiedendo un «favorevole decreto a poter leggere, e ritenere libri d’autori proibiti colla maggiore ampiezza implorando che tra i riservati non vengano comprese le opere di Niccolò Macchiavelli». Motivi machiavelliani, e del Principe soprattutto, sono ben presenti nella tragedia Adelchi (1822), impersonati dal figlio di Desiderio, che espone le sue riflessioni sull’importanza di avere alleati armati e di saper resistere ai colpi della sorte. Ben nota è poi la presenza di Machiavelli nella biblioteca di don Ferrante nei Promessi sposi (cap. XXVII).
Le opere del volume che presentano segni di lettura manzoniani sono: Il Principe (i cui ventisei capitoli delineano il profilo del sovrano ideale: partendo dagli esempi della storia classica greco-latino e mettendo a frutto la sua personale esperienza di diplomazia presso le principali corti italiane ed europee, Machiavelli fornisce altresì una serie di consigli pratici ai principi); La vita di Castruccio Castracani da Lucca (nella tradizione del genere classico della biografia degli ‘uomini illustri’, Machiavelli ripercorre le tappe della vita del condottiero trecentesco Castruccio Castracani, nel quale l’autore riconosce i tratti del buon ‘principe’); Ritratti delle cose della Francia (in seguito alla missione presso la corte francese di Nevers del 1500 per conto della Repubblica fiorentina, Machiavelli tratteggia un ritratto politico della Francia che, unificata da una solida monarchia, rappresenta il modello dello stato moderno); Della natura de’ francesi (esito della permanenza francese dell’autore l’opuscolo delinea gli aspetti salienti del carattere dei francesi, che vengono descritti «humilissimi nella captiva fortuna; nella buona insolenti»); Ritratti delle cose dell’Alamagna (a seguito della missione diplomatica di Machiavelli a Bolzano presso la corte dell’imperatore Massimiliano, tra 1507 e 1508, l’autore descrive le virtù del popolo tedesco, ossia la forza in guerra e la frugalità nei costumi; vero ostacolo alla grandezza dell’impero è però la frammentazione della comunità, soggetta al potere di più principi che minano quindi la centralizzazione del potere).
Nonostante l'importanza del Principe nella storia linguistico-letteraria italiana, una sola citazione compare nelle postille alla crusca veronese (al lemma pigliare).
- Segni di lettura
- pp. 8, 9, 33, 36, 37, 39, 46, 47, 48, 49, 51, 52, 53, 55, 59, 66, 73, 79, 82, 83, 84, 85, 86, 87, 101, 102, 103, 105, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 115, 117, 119, 122, 124, 125, 127 (per Il Principe); 145, 147, 150, 155, 159, 162, 166, 168 (per La vita di Castruccio Castracani da Lucca); 263, 264, 273 (per i Ritratti delle cose della Francia); 276 (per Della natura de' francesi).
- Orecchie
- pp. 13, 32, 36, 39, 41, 46, 55, 59, 66, 84, 102, 105 (per Il Principe); 281, 284 (per i Ritratti delle cose dell'Alamagna).
- Nota sui segni non verbali
I segni di lettura sono costituiti da croci o sorte di parentesi quadre tracciate a matita a margine di porzioni di testo considerate rilevanti.
- Fa parte di
-
-
Machiavelli, NiccolòOpere di Niccolò Machiavelli cittadino e segretario fiorentino. Volume primo [-decimo] [Postillato]
-
- Esemplari dello stesso insieme
-
-
MANZ.BRU. A.02. 037Machiavelli, Niccolò1 [Postillato]
-
Machiavelli, Niccolò2 [Postillato]
- 3 [Postillato]
- 4 [Postillato]
- 5
- 6
- 7
-
Machiavelli, Niccolò8 [Postillato]
- 9 [Postillato]
- 10
-
Vedi immagini
(372)
[Riproduzione completa]
Scheda di Sabina Ghirardi | Cita questa pagina