Lettera n. 977
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Manzoni, Vittoria
- Data
- 16 marzo 1851
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- Pisa
- Lingua
- italiano, francese
- Incipit
- Questa lettera ti sarà presentata dal Sig.r Ingegnere Caccianini
- Indirizzo
- Alla Signora | Sig.ra Vittoria Giorgini nata Manzoni | Pisa
- Regesto
Alessandro Manzoni approfitta di un viaggio dell'ingegnere Caccianini in Toscana per spedire alla figlia Vittoria tre esemplari dei Promessi sposi, rispettivamente per Giovanni Battista, Gaetano e Nicolao Giorgini, e un esemplare dei fascicoli delle Opere varie già pubblicati. Alla spedizione lo scrittore aggiunge una veilleuse da parte di Teresa, un cordone da campanello da parte della bonne e una lettera di Pietro Manzoni. Accenna al lavoro di revisione delle Osservazioni sulla morale cattolica.
- Testimoni
-
- (originale) Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani, Aut. II/ 46 (in deposito presso la Biblioteca Nazionale Braidense)
- Edizioni
-
- SCHERILLO-GALLAVRESI 1923, vol. II, pp. 77-79 (incompleta).
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 977, vol. II, pp. 575-577, note alle pp. 966-967.
- CARTEGGI FAMILIARI 2019, lettera n. X.88, pp. 246-248, note alle pp. 248-249.
- Opere citate
-
Osservazioni sulla morale cattolica; I promessi sposi
Mia cara Vittoria,
Questa lettera ti sarà presentata dal Sig.r Ingegnere Caccianini, il quale, con suo non poco incomodo, e con altrettanta gentilezza, s’incarica anche di portarti un monte di carabattole. Aiutami e aiutatemi a ringraziarlo. È persona che gode molta e meritata stima d’abilità e onestà; e l'indovinereste, senza dirvelo, al solo conoscerlo. Va in Toscana, come procuratore della duchessa Visconti, per affari delle strade di ferro, nelle quali essa ha molte azioni.
Le carabattole più grosse sono tre grossi mattoni, voglio dire tre Promessi Sposi, uno per Bista, e due che non oserei presentare da me ai tuoi incomparabili babbo e nonno; ma la loro, e però sempre anche mia Vittorina farà il faccione. C’è anche un esemplare de' fascicoli usciti finora delle Op[ere] var[ie], per Bista o per Matilde, giacché non so chi ne sia senza, parendomi d'averne mandati due esemplari per mezzo della nostra Louise. Se m'inganno sarà uno de' tiri della mia memoria, che si vanno facendo più frequenti; e tu mi dirai come è la cosa, e alla mancanza rimedierò con qualche altra occasione che non mancherà di darmi qualche altra gita del veramente gentile Sig.r Caccianini. Troverai anche la veilleuse, vera carabattola in un altro senso, della quale ti parlò Teresa, un cordone di campanello che m'ha consegnato la Bonne, e una lettera di Pietro con altre carabattoline. T'avverto che il tutto t'arriverà non così subito, a cagione del soggiorno d'una settimana che il Sig.r Caccianini deve fare in Firenze.
Ieri sera ho avute nove recenti di tutti voi, con gran piacere dal Sig.r Del Beccaro; il quale, se fosse possibile, avrebbe accresciuto il mio rammarico di non | poter correre io a prenderle, inchiodato qui, come sono. Oh! sicuro che il trovarmi tra te, Matilde, e Bista, con Luisina sulle ginocchia, sarebbe una delizia; ma non posso ora far altro che sperare che una così gran consolazione mi possa esser concessa in un tempo non lontano. M'ha detto poi il Sig.r Del Beccaro, che Bista si fa tanto onore, e è così stimato e amato da' suoi scolari, da' suoi colleghi, e da tutti. Oh vedete! questa non me l'aspettavo da quella testolina sventata che prometteva tutt'altro. Rido per non piangere, come si dice quì, e per non tornare a ripetere: perché non sono io costì a vedere e a sentire! M'aiuto col lavorare, quando la testa mi regge, e sto raffazzonando, per la ristampa, la Morale cattolica: lavoro ingrato, per esser tutto di toppe e di rimendi, ma anche grato, quando mi pare d'esser riuscito a far meno male.
Teresa ti scrive pure due versi, e farà le sue scuse per aver fatti i suoi complimenti. Ecco come un fallo tira l’altro, giacché sono tutt'e due parole dello stesso dizionario; ma, certo, il primo fu errore della penna, che, d'ora in poi, sarà più fedele al sentimento vero.
Alle bone notizie della salute della mia Matilde, sono oramai avvezzo, grazie a Dio, a voi altri, e all'aria di Toscana; ma fa però una grand'allegria il sentirmele confermare. E del resto, come non potrei gongolare al sentire che le bone qualità che Dio le ha date non rimangono sterili; e che hanno la testimonianza di chi la conosce? Dio ti faccia la grazia, o mia Matilde, di piacer sempre in questa maniera, anche al mondo.
Sai che una mia letterina chiama sempre delle letterone. Sarà o non sarà cosa giusta, ma è consuetudine: fait accompli e che vuole esser continuato.
Abbraccia per me Matilde, Bista, Luisina; o piuttosto vi stringo tutti in un solo abbraccio. Un bacio, signor sì un bacio da zio, anche alla nostra Louise. Dal diminutivo aspetto sempre novi miracoli. A tutti i Giorgini sai che hai a dire per me. Dio confermi la benedizione che implora da Lui sopra di te con tutta l'effusione del core. Il tuo babbo Alessandro |P. S. Dovendo mandare subito tutta la roba al S.r Caccianini, Teresa aspetterà a scrivere per la posta.
T'avverto di più che, avendo visto che la scatola preparata dalla Bonne è più voluminosa di quello che m'aspettavo, accompagno l’invio con una lettera al sud[dett]o Sig.re per dirgli che, in caso che gli fosse di troppo incomodo, la lasci quì per un’altra occasione. È quindi cosa non impossibile che non ti arrivi col rimanente.