Lettera n. 1088
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Bonghi, Ruggiero
- Data
- 10 novembre 1854
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- [Stresa]
- Lingua
- italiano, latino
- Incipit
- Avvertito dal compiacentissimo Ab.te Cusani
- Regesto
Alessandro Manzoni spedisce a Bonghi, tramite il cappellano Giovanni Cusani, alcune sue «carabattole», «quella parte che è in pronto, cioè quasi il tutto» (probabilmente l'Appendice al capitolo III della Morale cattolica oppure una copia della parte già edita delle Opere varie). Lo scrittore avverte inoltre che lo stesso Cusani gli trasmetterà la Metafisica di Aristotele tradotta e commentata da Bonghi (Torino, Stamperia Reale, 1854).
- Note
Gli editori dei Carteggi letterari discordano da Arieti nella ricostruzione della divisione dell'autografo della missiva in due parti: «non appare condivisibile l'ipotesi di ARIETI 1970, III, pp. 579-80, secondo cui Manzoni stesso avrebbe lacerato il foglio per donare alla nipote Vittoria, di sette anni, figlia di Pietro, parte dell'autografo con la sua firma, e un altro familiare avrebbe poi trascritto il testo asportato, con la breve nota di spiegazione. Riteniamo invece che della lacerazione della lettera sia responsabile il destinatario, Ruggiero Bonghi, cui del resto appartiene la scrittura che ricopia il testo asportato e appone le note esplicative. Bonghi ha probabilmente donato parte dell'autografo - la parte contenente la firma - alla ventenne Vittoria Cima (più tardi animatrice di un celebre salotto letterario a Milano), conosciuta insieme alla madre Emanuella sul Lago Maggiore, presso la famiglia Fontana, a Belgirate, nell'ottobre 1854, e corteggiata appassionatamente, fino a chiederla in moglie sul finire dell'anno (ma Vittoria non accettò [...]). Vittoria Cima lasciò appunto il lago il 16 novembre 1854, e l'addio può essere stato l'occasione del dono».
- Testimoni
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- (originale) Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani, Autografi Nuove Acquisizioni, 66
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(originale)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Manz.B.I.14bis, c. 1rv
(L'autografo è stato diviso in due parti: la prima parte si trova al CNSM (righe 1-5 della lettera) e reca al verso la copia di mano del Bonghi della seconda parte (mancante) della missiva (righe 6-10), seguita da una nota dello stesso Bonghi che avverte «Ho dovuto lacerare questo pezzo di lettera per darlo a Vittoria». Alla BNB è la striscia di carta asportata)
- Edizioni
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- LIBRAI ANTIQUARI 1947, (con scorrettezze e omissioni).
- BIGONGIARI 1956, pp. 9-10.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 1088, vol. III, p. 24, note alle pp. 579-581.
- CARTEGGI LETTERARI 2017, lettera n. 453, pp. 1128-1129, note alla p. 1130.
- Opere citate
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Osservazioni sulla morale cattolica
Carissimo Bonghi,
Avvertito dal compiacentissimo Ab.te Cusani, che si poteva ancora trovarvi costi, ho pensato che, in vece di far fare alle mie carabattole quel lungo viaggio, sarebbe meglio spedirvene intanto costà quella parte che è in pronto, cioè quasi il tutto. L'Ab.te suddetto m'ha anche fatto sperare, e forse per oggi, l'Aristotele. Con un tale interprete di mezzo, ho fiducia che non lo leggerò senza frutto.
Per quanto facessi lunga questa lettera, non potrebbe mai valere una di quelle nostre passeggiate. Qual differenza tra un monologo, e un dialogo con voi!
Addio dunque, il mio Bonghi. Rammentate a Rosmini quel mio ossequio e quel mio affetto, che conoscete; e a lui e a tutto l'eccellente consorzio, e all'Ab.te Branzini, tante cose anche da parte di mia moglie e di Stefano. A voi, s'intende. Pur troppo, di Teresa non posso dirvi nulla di meglio di quello che avete veduto. Ma io spero sempre, che la cosa non sia veramente grave, per quanto sia penosa; e il medico non par malcontento. Addio di novo, e piaccia al cielo che ci abbiamo a rivedere, perché dies annorum nostrorum in ipsis septuaginta anni. E ci siamo.Il vostro Manzoni