Lettera n. 1018
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Manzoni, Pietro Luigi
- Data
- 27 agosto 1852
- Luogo di partenza
- Lesa
- Luogo di arrivo
- Brusuglio
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Benedico il Signore del felice successo
- Regesto
Alessandro Manzoni accoglie con gioia la notizia della nascita del nipote Lorenzo, avvenuta nel giorno in cui si celebra Sant'Alessandro (26 agosto). Ringrazia il figlio Pietro di avergli spedito il volume Traités de législation civile et pénale di Jeremy Bentham, che attende presto, accenna a una assicurazione contro gli incendi che gli aveva chiesto di stipulare (vd. Manz.Ant.VIII.26/2/159) e lo incarica di verificare i pagamenti del subaffittuario Pogliaghi nonché di dargli notizie sulla causa contro Giovanni Garbelli, affittuario del fondo Cascinazza. Alla lettera segue un poscritto del 28 agosto in cui Manzoni dà conto della lettera appena ricevuta da Massimo d'Azeglio, che acclude, contenente l'invito a partecipare alle nozze di Alessandrina d'Azeglio a Genova. Prospettando i preparativi per il viaggio, lo scrittore chiede al figlio Pietro di andarlo a prendere a Lesa dove, anziché rientrare subito a Milano, ha preferito rimanere qualche altro giorno nella speranza di ultimare l'Appendice al capitolo terzo della Morale cattolica.
- Testimoni
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- (copia) Milano, Collezione Emilio Sioli Legnani, Collezione Emilio Sioli Legnani
- Edizioni
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- MOLTENI 1928, pp. 74, 40, 48 (i primi due frammenti con data).
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 1018, vol. II, pp. 617-619, note alle pp. 984-985.
- CARTEGGI FAMILIARI 2006, lettera n. VI.65, vol. I, pp. 378-381, note alle pp. 381-382.
- Opere citate
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Osservazioni sulla morale cattolica
28 agosto.
P.S. — Dopo scritta questa lettera, ho ricevuto quella di Massimo, che t'accludo; e ho differita la spedizione per aver tempo di pensare al come tenere un così amabile e irrecusabile invito. Il mio primo pensiero era d'andar subito a Milano, per partir di là, come eravamo intesi. Ma avendo la speranza di finire, rimanendo qui alcuni giorni, quella benedetta appendice; e visto che il da farsi costì poteva essere fatto senza di me; e supposto sempre, che il puerperio di Giovannina proceda in maniera di non lasciare la menoma inquietudine; e conoscendo per tante prove la tua bona volontà; mi sono determinato a pregarti di venir qui tu a prendermi, e fare il viaggio a Genova, dell'altra volta. Sappi poi che | Vittoria, temendo che il parto di Giovanni[na] potesse essere un ostacolo, m'ha proposto più volte e pregato di lasciar venire Bista a prendermi. La cosa sarà più facile e accettabile, quando non deve venire che a Genova, e con la ragione di più d'assistere alle nozze. Sicchè, quando per te torni meglio, e tornerà certamente meglio per gli affari, tu potrai ripartire da Genova per Milano, e venir poi a prendermi più tardi, come Vittoria medesima aveva suggerito. Ma di questo a voce. Intanto ecco quello che bisogna che tu porti con te. In primis un frac, da commettersi subito all'Origo, e un paio di pantaloni, bianchi se l'etichetta della cerimonia lo permette, altrimenti come questa prescrive. Panciotto, ne ho uno di seta novo. - Unisco il mio passaporto con una petizione per il visto bono per me e per il servitore (che renderà superfluo il tuo). Unisco di più una lettera ostensibile che ti serva di documento per ottenere il passaporto per te; e quella di Massimo che servirà di documento per tutt'e due. - Desidero ardentemente di poter portare a Bista almeno 1500 lire toscane (zwanziger o un di presso) per la pensione indeterminata, ma troppo doverosa, di Matilde; e qualche somma per il viaggio e il ritorno, e per l'eventualità del soggiorno. Credo che sarà facile l'ottenere il saldo de' bozzoli, con uno sconto, e desidero che non si prescinda da questo. In ottobre scadono degl'interessi; e bisognerà lasciare al Sig.r Bona o al fattore la somma occorrente. Per il viaggio da qui a Genova, penseremo se, essendo così corto, convenga prendere il mezzo più economico, cioè la corriera. Desidero che tu non abbi difficoltà a scendere e ad alloggiare qui in Lesa, cioè in casa, giacchè si può fare senza dare incomodo. T'abbraccio e aspetto una tua al più presto. Vedi se per far più presto, non converrebbe di presentare addirittura la petizione alla Direz.e senza passare per il Commissario.