MANZ.BRU. A.05. 157 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Presentazione
Le Orazioni difendono con tono accorato il primato linguistico-letterario del fiorentino, lingua che, riportata ai fasti originari da Pietro Bembo, anche i popoli più lontani da Firenze dovrebbero accogliere e imparare di loro spontanea volontà: di qui il ruolo strategico dell’Accademia fiorentina (che di lì a poco diventerà Accademia della Crusca). L’ideale abbracciato da Salviati è pertanto quello arcaizzante di una lingua riportata alla pristina purezza delle Corone trecentesche: alla diffusione e alla normalizzazione di tale lingua deve rivolgere i suoi sforzi l’Accademia, il cui compito dovrà essere quello di precisare le «regole della lingua» che anche i «popoli più lontani» desiderano «spontaneamente con incredibile avidità» apprendere.
Una citazione dall'Orazione VIII è presente anche nella trattazione sui Modi di dire irregolari: si tratta però citazione di secondo grado, dal momento che Manzoni cita Cinonio, che nelle sue Osservazioni riporta un excerptum da Salviati come testimonianza dell'uso dell'infinito anche con il verbo principale sottinteso.
- Descrizione della postillatura
L'unica orazione postillata è, significativamente, quella In lode della Fiorentina lingua e de' Fiorentini Autori, indiritta allo Ill. ed Ecc. signor Don Francesco de' Medici.
Il cavalier Lionardo Salviati, accademico della Crusca considerato padre fondatore del Vocabolario nonché autore di opere originali (come le commedie, contenute nel Teatro comico fiorentino, La Spina e Il Granchio, entrambe studiate e postillate da Manzoni), è ben attestato tra gli autori ‘di lingua’ spogliati da Manzoni sia nella ricerca di un modello linguistico applicabile al romanzo sia nella ricognizione teorica sulla questione della lingua. Le postille infatti commentano alcuni usi peculiari e i notabilia segnalano espressioni o termini notevoli che trovano concordanza con le postille alla Crusca, in cui si contano quattro citazioni dalle Orazioni, tre delle quali coincidono con i notabilia linguistici al volume (ai lemmi parte, poco e stomaco). Due di questi notabilia (l'uso traslato della voce stomaco e l'espressione correlativa parte parte), infine, trovano reimpiego nei Promessi sposi.- Data della postillatura
1824-1827
- Strumento di scrittura
- penna
- Lingua delle postille
- italiano
- Tipologia delle postille
- commento; lingua
- Segni di lettura
- pp. 70, 73, 74, 80, 81
- Segnalibri
- p. 70
- Nota sui segni non verbali
I segni di lettura sono costituiti da notabilia a espressioni o termini notevoli. Il segnalibro, invece, è 'muto' (nel senso di non postillato), quindi non è possibile afferamare con certezza che sia stato collocato nel volume da Manzoni.
- Opere correlate
- Edizioni
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- BECHERUCCI 2002 = Becherucci Isabella, Il dialogo con gli storici dei Longobardi. Postille manzoniane edite e inedite, in «Per leggere. I generi della lettura», II, 3, 2002, pp. 101-127
- Bibliografia
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- PESTONI 1981 = Pestoni Cesarina, Preliminare informazione sulle raccolte manzoniane, in «Annali manzoniani», 6, 1981, pp. 59-223
- Fa parte di
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Salviati, Leonardo <1540-1589>Opere del cavaliere Lionardo Salviati. [Postillato]
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- Esemplari dello stesso insieme
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- 1
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Salviati, Leonardo <1540-1589>2-4: Degli avvertimenti della lingua sopra'l Decamerone del cavaliere Lionardo Salviati. ... Volume primo [-terzo] [Postillato]
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MANZ.BRU. A.05. 157Salviati, Leonardo <1540-1589>5: Orazioni del cavaliere Lionardo Salviati [Postillato]
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