MANZ. 16. 0001 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
- Osservazioni sull'esemplare
Legatura in pergamena rigida con riquadro in pelle sul dorso. Contropiatti marmorizzati. Nel verso del contropiatto anteriore, nota di possesso «Alessandro Manzoni | <...>». Nel frontespizio sigla del catalogatore «AP» .
- Presentazione
Raccolta seicentesca di opere di Orazio commentate dallo studioso inglese John Bond. In nome di Orazio ricorre in numerose lettere manzoniane tra il 1806 e il 1862, sia con giudizi poetici (nella lettera a Fauriel del 9 febbraio 1806 è l’affermazione «Lo Sciolto parmi veramente il più bello dei nostri metri, quando è ben maneggiato. [...] Orazio lo ha fatto gentile familiare arguto, fedele sempre al pensiero», lettera 11); sia con citazioni che lo scrittore adatta alle situazioni di cui sta scrivendo. Per esempio, in una lettera a Francesco Gonin del 25 ottobre 1842, a proposito di libri ricevuti in prestito e mai restituiti, Manzoni ironizza sul fatto che a pittori e poeti è concessa qualunque audacia, e scrive: «Pictoribus atque poetis, disse Orazio, con quel che segue» (lettera 669; quanto segue è Quidlibet audendi semper fuit aequa potestas). La memoria oraziana è ben presente nei testi poetici, e frequenti citazioni, ora con funzione proverbiale ora come esempi di usi grammaticali, ricorrono anche negli scritti linguistici e, soprattutto dall’Ars poetica, negli scritti letterari.
- Lingua delle postille
- italiano
- Tipologia delle postille
- studio
- Segnalibri
- 366-67
- Nota sui segni non verbali
Il segnalibro reca parte di una parola ms. «Rosminian»
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