MANZ. 16. 0001 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

Horatius Flaccus, Quintus
Q. Horatius Flaccus a Joanne Bond illustratus
Patavii : ex typ. Semin
432 p. ; 12º
Lingua: latino
Contenuto: Horatii Flacci vita; Odi o carmi, libri IV; Epodi; Sermoni o satire, libri II; Epistole, libri II; De arte poetica
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in pergamena rigida con riquadro in pelle sul dorso. Contropiatti marmorizzati. Nel verso del contropiatto anteriore, nota di possesso «Alessandro Manzoni | <...>». Nel frontespizio sigla del catalogatore «AP» .

Presentazione

Raccolta seicentesca di opere di Orazio commentate dallo studioso inglese John Bond. In nome di Orazio ricorre in numerose lettere manzoniane tra il 1806 e il 1862, sia con giudizi poetici (nella lettera a Fauriel del 9 febbraio 1806 è l’affermazione «Lo Sciolto parmi veramente il più bello dei nostri metri, quando è ben maneggiato. [...] Orazio lo ha fatto gentile familiare arguto, fedele sempre al pensiero», lettera 11); sia con citazioni che lo scrittore adatta alle situazioni di cui sta scrivendo. Per esempio, in una lettera a Francesco Gonin del 25 ottobre 1842, a proposito di libri ricevuti in prestito e mai restituiti, Manzoni ironizza sul fatto che a pittori e poeti è concessa qualunque audacia, e scrive: «Pictoribus atque poetis, disse Orazio, con quel che segue» (lettera 669; quanto segue è Quidlibet audendi semper fuit aequa potestas). La memoria oraziana è ben presente nei testi poetici, e frequenti citazioni, ora con funzione proverbiale ora come esempi di usi grammaticali, ricorrono anche negli scritti linguistici e, soprattutto dall’Ars poetica, negli scritti letterari.


Lingua delle postille
italiano
Tipologia delle postille
studio
Segnalibri
366-67
Nota sui segni non verbali

Il segnalibro reca parte di una parola ms. «Rosminian»


Scheda OPAC SBN
BVEE039776

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