MANZ. 13. 0097 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
- Osservazioni sull'esemplare
Legatura in mezza tela e cartone.
- Presentazione
La Geschichte Karls des Grossen, uscita a Leipzig nel 1772, è la prima opera di una produzione peraltro copiosissima dello storiografo tedesco Dietrich-Hermann Hegewisch (1740-1812), professore di storia a Kiel.
La traduzione francese, senza nome dell’autore (ma di Jean François F. Bourgoing, ambasciatore della Francia rivoluzionaria in Spagna) risulta sottilmente encomiastica nella misura in cui dietro le spoglie del primo imperatore di un moderno impero si può leggere il panegirico del Console avviato sulla strada del dominio assoluto. L’opera è ricordata più volte nel Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia (1822): per la verità con malcelate riserve. Ma ci sono luoghi in cui l’interpretazione dello storico tedesco trova pienamente consenziente il Manzoni, e che giustificano il rilievo che l’opera riveste nelle sue indagini, specie all’altezza del Discorso: finalmente una netta distinzione tra vincitori e vinti, e il riconoscimento della politica dei longobardi, specie a livello giuridico e ammonistrativo, nell’ottica di un popolo conquistatore.
In lettera al Cattaneo del 1820 (lett. n. 141) dice di aver avuto il volume in prestito: segno che non lo aveva ancora acquistato (l’esemplare apparteneva non al Gabinetto Numismatico, ma alla Biblioteca Braidense ). Peraltro nella biblioteca del Gabinetto Numismatico il volume non risulterebbe presente, così che si è potuto supporre che il volume manzoniano provenisse, in forma di amicale omaggio, dalla biblioteca privata del Cattaneo (Becherucci, Il dialogo). È stata poi messa in dubbio dalla stessa studiosa l’autografia della postilla di p. 115, che è scritta con ductus, è vero, più calligrafico, come accade talora allorchè il Manzoni adduce citazioni e riscontri di altri testi, specie se di altra lingua, e importi dunque la perspicuità della scrittura. Può anche trarre in inganno la grafia di H maiuscola, decisamente diversa dal solito, e forse influenzata della grafia ‘gotica’ del tedesco ottocentesco (ricorre, tale e quale, nella postilla di p. 47 (Heer), e nelle Antichità italiane, post. 2 (Heermann).
- Descrizione della postillatura
La postillatura di studio mette a frutto l'ampia messe di letture storico-documentarie per puntuali contestazioni della ricostruzione prodotta. La sostanziale omogeneità dell'annotazione, sia dal punto di vista tipologico che della scrittura (sempre uguali il colore dell'inchiostro e il ductus) fanno pensare a un lavoro eseguito in tempi brevi.
- Data della postillatura
post 1820
- Lingua delle postille
- francese
- Tipologia delle postille
- studio
- Segni di lettura
- 115
- Edizioni
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- BRAMBILLA-BONGHI-SFORZA 1883-1898 = Manzoni Alessandro, Opere inedite o rare di Alessandro Manzoni, pubblicate per cura di Pietro Brambilla, da Ruggiero Bonghi e Giovanni Sforza, Milano, Rechiedei, 1883-1898 (voll. 5)
- BECHERUCCI 2002 = Becherucci Isabella, Il dialogo con gli storici dei Longobardi. Postille manzoniane edite e inedite, in «Per leggere. I generi della lettura», II, 3, 2002, pp. 101-127
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