MANZ.BRU. A.01. 017-020 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Presentazione
L’interesse manzoniano per il capolavoro della corona trecentesca riguarda principalmente gli aspetti linguistici: sia gli usi peculiari della lingua di Boccaccio che le questioni filologico-linguistiche riportate nelle note, sul valore e sull’esattezza delle quali, però, Manzoni non manca di esprimere le proprie perplessità; priva di segni di lettura risulta, per esempio, la cornice dell'opera, dalla quale lo scrittore avrebbe potuto trarre ispirazione per la descrizione della peste. L'acutezza delle osservazioni manzoniane circa le proposte di correzione del Rolli dimostra ancora una volta l'intelligenza linguistica di Manzoni, capace di entrare nelle pieghe del testo trecentesco per cogliere, assai meglio del Rolli stesso (che diviene, anzi, principale bersaglio polemico delle postille), il senso profondo delle locuzioni e degli usi linguistici di Boccaccio. Citazioni dall'autore del Decameron compaiono sia nelle postille alla Crusca (ai lemmi abbattere, che è, con tutto, cosetta, latte, mercatanzia, minacciato, ne, niente, pensare, perdere, pieno, sapere) che in altri spogli linguistici, come per esempio quelli redatti per i Modi di dire irregolari, dove, a testimonianza dell'uso dei partitivi con funzione determinativa, è citato un passo dall'ultima novella della Giornata decima («sonci tutto il dì dette delle bugie»). L'unica concordanza tra postille al Decameron e postille alla Crusca, concernente la locuzione a suo senno (per la quale Manzoni individua, grazie anche al dialetto milanese, l'esatto significato, diverso da quello che erroneamente l'aspetto dell'espressione lascerebbe intuire), costituisce un valido puntello cronologico per collocare la postillatura dei volumi di Boccaccio tra il 1824 (lo stesso anno, per giunta, cui sono stati recentemente retrodatati i lacerti sui Modi di dire irregolari) e il 1836.
Il modello linguistico di Boccaccio torna più volte citato tanto nell’epistolario manzoniano quanto negli scritti di teoria linguistica: citazioni da Boccaccio si ritrovano per esempio nella IV redazione del Della lingua italiana, dove Boccaccio viene citato a proposito di peculiari usi interiettivi e negli appunti di Grossi per il Sentir messa (su consiglio di Manzoni, infatti, Grossi rimanda alle auctoritates di Boccaccio e Corticelli per dare giustificazione letteraria al costrutto dell'inifinito sospeso).
A riprova che le postille al Decameron siano da collocarsi in una fase ormai matura del suo pensiero linguistico concorre l'ultima postilla al tomo IV, in cui Manzoni si schiera, contro gli irrigidimenti della grammatica normativa, a favore della vivacità dell'uso vivo.
- Descrizione della postillatura
Presentano postille verbali i tomi I, III e IV. Tutti i tomi presentano segni di lettura e, soprattutto, numerosissime orecchie di lettura, molte delle quali ancora non ripianate e che spesso 'puntano' luoghi precisi del testo.
- Opere correlate
- Edizioni
-
- BRAMBILLA-BONGHI-SFORZA 1883-1898 = Manzoni Alessandro, Opere inedite o rare di Alessandro Manzoni, pubblicate per cura di Pietro Brambilla, da Ruggiero Bonghi e Giovanni Sforza, Milano, Rechiedei, 1883-1898 (voll. 5)
- AMERIO 1958B = Amerio Romano, Alessandro Manzoni filosofo e teologo. Studio delle dottrine seguito da una appendice di lettere, postille e carte inedite, Torino, Edizioni di filosofia, 1958 (Studi e ricerche di storia della filosofia, 24)
- Bibliografia
-
- PESTONI 1981 = Pestoni Cesarina, Preliminare informazione sulle raccolte manzoniane, in «Annali manzoniani», 6, 1981, pp. 59-223
- Comprende
-
- 1 [Postillato]
- 2 [Postillato]
- 3 [Postillato]
- 4 [Postillato]
Scheda di Sabina Ghirardi | Cita questa pagina