Lettera n. 913

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Grossi, Tommaso
Data
4 febbraio 1850
Luogo di partenza
Lesa
Luogo di arrivo
Milano
Lingua
italiano
Incipit
Ero persuaso che non avrei cessato
Indirizzo
Al Sig.r | Sig.r D.r Tommaso Grossi | Milano
Regesto

Alessandro Manzoni chiede a Tommaso Grossi di patrocinarlo nella causa con i creditori del figlio Filippo, informandolo dei debiti che il giovane ha contratto durante il confino a Vienna, in seguito alla cattura da parte degli austriaci durante le Cinque Giornate di Milano e al periodo di prigionia a Kufstein. Lo scrittore confessa i precedenti tentativi di correggere la cattiva inclinazione di Filippo per salvaguardarne la reputazione. Aggiunge che, nonostante le difficili circostanze, ha lavorato intensamente a Del romanzo storico, sia per mantenere gli impegni presi col pubblico, al quale il discorso era già stato annunciato, che per evitare una lite tra due librai; spiega, inoltre, che il discorso lo ha stimolato a lavorare anche al dialogo Dell'invenzione. Manzoni sottolinea l'importanza di rispettare gli impegni presi e gli effetti benefici che l'impegno letterario ha su di lui, pur essendo consapevole che con la pubblicazione dei suoi lavori ci sarà chi potrà accusarlo, ingiustamente, di indifferenza per le sue gravi vicende familiari.

Testimoni
Edizioni
  • BULFERETTI 1927B
  • BARBI-GHISALBERTI 1942-1950, vol. III, pp. 573-575.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 913, vol. II, pp. 502-505, note alle pp. 935-936.
  • SARGENTI 2005, vol. I, pp. 913-915.
  • CARTEGGI LETTERARI 2017, lettera n. 428, pp. 1079-1082, note alle pp. 1082-1083.
Opere citate

Del romanzo storico e, in genere, de' componimenti misti di storia e d'invenzione; Dell’invenzione. Dialogo

+ Testo della lettera

[...]
Ho bisogno di darvi un'altra spiegazione. Stefano ha scritto a Rossari, ch'io lavoravo a più non posso. E non dubito che, quando verrà fuori qualcosa scritto da me di recente, ci si vedrà un indizio d'indifferenza a cose tanto gravi. Dio perdoni ai giudici! Il discorso sul romanzo storico era promesso | in un manifesto, e ho dovuto lavorarci, non solo per mantenere un impegno contratto col pubblico in tutt'altri tempi, ma anche per evitare una lite tra due librai. Questo lavoro m'ha data l'occasione d'un altro, e confesso che l'ho riguardata e la riguardo come una occasione prospera. Certo, mi ci vuole uno sforzo per distaccar la mia mente dalle mie circostanze, e non è se non dopo aver combattuto, che mi riesce d'applicarla a una materia di semplice studio. Ma quando ci sono riuscito, il lavoro mi fa lo stesso servizio che il sonno; è un'interruzione dalla quale ritorno più riposato ai miei dolorosi pensieri. Se questo è egoismo, vada col rimanente.
[...]