Lettera n. 897
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Manzoni, Vittoria; Manzoni, Matilde
- Data
- 2 ottobre 1849
- Luogo di partenza
- Lesa
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Ho tardato a rispondere finché avessi deciso
- Regesto
Alessandro Manzoni scrive alla figlia Vittoria di aver finalmente ottenuto il passaporto e il permesso di rimanere a Lesa per l'inverno, motivato dalle precarie condizioni di salute della moglie Teresa. Lo scrittore è felice di sapere che la nipote Alessandra conosce i personaggi dei Promessi sposi, raccomanda di farle leggere il romanzo non appena sarà in grado di farlo e ricorda con affetto alcune delle sue letture giovanili, le Novelle morali di Francesco Soave, i versi di Frugoni, le Veillées du Château della contessa di Genlis. Infine, dà notizie della famiglia e chiede notizie di Lodovico Trotti e di Luisa d'Azeglio.
- Edizioni
-
- SFORZA 1880
- ARRIGONI 1881, pp. 6-10.
- SFORZA 1882-1883, vol. II, pp. 181-184.
- SCHERILLO-GALLAVRESI 1923, vol. II, pp. 52-55.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 897, vol. II, pp. 493-495, note alle pp. 929-930.
- CARTEGGI FAMILIARI 2019, lettera n. X.66, pp. 170-172, note alle pp. 172-173.
- Opere citate
-
[...] Sento da Matilde che la piccina è per la bona strada: conosce tutti i personaggi de’ Promessi Sposi, e a un bisogno li rammenta agli altri. Mantenetela in queste bone disposizioni; e appena saprà leggere correttamente, quello è il libro da farle leggere; che questo è il mezzo di farglielo piacere per tutta la vita. Io, vecchio come sono e ammaliziato, non posso dare un’occhiata alle novelle del Soave, agli sciolti del Frugoni, alle Veillées du Château di Madama di Genlis bona memoria, senza un vivo sentimento di simpatia, senza un palpito al core: perché? Perché son cose che ho lette da bambino. E ora che i Promessi Sposi hanno passata una bona parte della vita che gli era destinata, e invecchiano alla maledetta, c’è proprio bisogno che vengano su di quelli che se ne rammenteranno per forza. E se questa carità non me la fanno quelli che hanno del mio sangue, chi me la farà? [...]