Lettera n. 666
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Luti, Emilia
- Data
- 11 ottobre 1842 (11 8.bre 1842)
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- Busto Garolfo
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Mille grazie a Lei, e alla sua Signora Madre
- Indirizzo
- Alla Pregiatissima Signora | La Sig.ra Emilia Luti | Busto | in casa Litta
- Regesto
Alessandro Manzoni ringrazia Emilia Luti e la madre Giovanna Feroci Luti per la consulenza a servizio della revisione linguistica del romanzo e sottopone un dubbio sull'uso di chiesina o cappella riportando due luoghi della Storia della colonna infame (cap. VI, p. 842 e cap. V, p. 840).
- Testimoni
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- (originale) Milano, Biblioteca Ambrosiana, S.P.29.54/4
- Edizioni
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- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 666, vol. II, pp. 248-249, note alle pp. 801-802.
- STELLA-DANZI 1990, p. 463.
- STELLA-VITALE 2000B, vol. II, pp. 804-805.
- CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 342, pp. 850-851, note alle pp. 851-852.
- Opere citate
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Storia della colonna infame; I promessi sposi
Pregiatissima Signora Emilia
Mille grazie a Lei, e alla sua Signora Madre: le parole vanno benone, compresa quella sulla quale Lei aveva qualche dubbio. Solo ne rimane uno a me sulla maniera d'adoprarne una. Vedo che non si dice chiesina, ma cappella; e entrare in cappella; non so però se vada senza l'articolo in ogni caso. Le trascrivo qui di nuovo la frase: nella cappella (o in cappella?) e sul patibolo ritrattò ogni cosa. Vorrei anche sapere se vada bene quest'altra: trovandosi vicino alla cappella, dov'era stato messo il Piazza, lo sentì che strepitava, etc.
Nel Cherubini poi trovo chiesina o chiesetta come fiorentino, e cappella come senese. Colpa de' fiorentini che non ci dicon nulla, se non quando sono seccati, come una pazientissima e gentilissima Signorina, che ho l'onor di conoscere. E a questo proposito, Le dirò che c'è una parte della sua lettera, alla quale non so cosa rispondere. Ma quando vorrà intendere, Signora Emilia, che la confusione dev'esser di chi secca, e non di chi favorisce, e il tremito di chi chiede, e non di chi dà? Donne, donne! Le due lettere sono andate al loro destino. La prego de' miei complimenti e ringraziamenti alla sua Signora Madre, e di tanti saluti e ossequi, rispettivamente, di mia moglie e di me a casa Litta. A Lei tante cose di noi tutti, e in particolare di chi, con tutta la stima e la riconoscenza, ha l'onore di dirsiSuo dev.mo obb.mo servitore
Alessandro Manzoni