Lettera n. 636

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Gonin, Francesco
Data
20 aprile 1842
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Torino
Lingua
italiano
Incipit
Ho più torto che colpa
Indirizzo
Al Chiarissimo Signore | Il Sig.r Francesco Gonin | Albergo d'Europa, | Piazza Castello, Torino
Regesto

Alessandro Manzoni spiega all'artista Francesco Gonin che ha tardato a scrivergli, perché ha dovuto riordinare l'appendice della Storia della Colonna Infame. Lo scrittore dà alcune istruzioni per il lavoro e sollecita la venuta dell'artista a Milano, dove potrà eseguire dal vivo i disegni dei fondi urbani.

Testimoni
  • (originale) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.55e/1, cc. 2rv
    (Timbri postali: «MILANO | 20 APR.»; «21 APR.»; «[AFFR.] FRONTIERA»)
Edizioni
  • SARACENO 1881, p. 85.
  • SFORZA 1882-1883, vol. II, p. 71.
  • PARENTI 1945, p. 282.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 636, vol. II, pp. 213-215, note alle pp. 788-789.
Opere citate

Storia della colonna infame; I promessi sposi

+ Testo della lettera

Gonin mio carissimo,

Ho più torto che colpa. Il desiderio d'impiegar tutti i momenti a prepararti del lavoro sia la scusa del mio silenzio, come n'è stato la cagione. Non t'ho scritto sull'ultima tua spedizione, perchè non avrei potuto dirti che due cose, le quali tu dovevi tener sicure: che i disegni m'erano stati ricapitati, e ch'io, e chi gli ha visti, li trovavamo al solito bellissimi.
Tu mi domandi a che punto io sono del lavoro; prima di risponderti, ti domando anch'io quando tu vieni; perchè ho proprio bisogno di te. Dalla tua lettera pare che ciò deva essere subito dopo le feste, cioè alla fine di questo mese, o in principio di maggio. Voglia il cielo che abbia inteso bene. Perchè ecco come stanno le cose. L'appendice, ho visto che bisognava rifarla di pianta. E ho visto ancora, che, per fissare con fondamento i posti e le misure de' disegni, bisognava avere il testo stampato. Ne ho per circa tre fascicoli, che porteranno circa 24 disegni; e tra cinque o sei giorni, l'avrò corretto e compaginato, da non aver altro, per la parte mia, che a ingommar le cartoline sui legni. Qui viene il ma: sono in gran parte disegni da farsi qui, a cagion de' fondi, i quali non dico che vogliano esser presi a un puntino dal vero, che in parte non è più quello; ma non devono nemmeno esserne tanto lontani quanto può andar l'ideale. E questo è capitato appunto sul principio: i soggetti seguenti, non avendo per scena la strada, si potrebbero fare dove si sia. Te ne indicherò intanto alcuni per i quali troverai forse meglio costì che qui da far degli schizzi:
Una vista di Casal Monferrato. È nominato incidentemente nell'appendice, e profitto di questo per ficcarci una vignetta. Vedi a che son ridotto in questa benedetta appendice. Ma venendo tu, son certo che saprai trovarci soggetti ch'io non ci vedo.
I ritratti di Bartolo e di Baldo. Io non li conosco che nel libro: Pauli Jovii Elogia, dove son conciati barbaramente. Tu, amico d'eruditi e di bibliotecari, ne troverai forse costi de' disegni migliori.
Il ritratto di Prospero Farinacci. Non ne conosco che uno di seconda mano nelle «Vite e ritratti d'illustri romani, di Ranalli, Firenze, fascicolo VI.o» Vedi se trovi qualcosa di più vicino all'originale.
Ma soprattutto dimmi che non mi sono ingannato nel figurarmi vicino il tuo ritorno. Finito ch'io abbia d'assestare quello che è stampato, e che è la parte più impicciante, spero d'andare in fretta a segno di poterti dare un soggetto ogni due giorni, o tre al più.
Tante cose di tutti di casa e un abbraccio frettoloso del tuo

Manzoni

P.S. I disegni che hai mandati son quasi tutti incisi; e puoi figurarti quanto mi prema di dar lavoro al Sig.r Sacchi.
Alla peggio comincerei a mandarti i legni da potersi disegnar costì; ma spero che non sarà il caso. Che carta! bisogna badar bene cosa ci si scrive, perchè non vuol esser corretta.