Lettera n. 553
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Gonin, Francesco
- Data
- 27 marzo 1840
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- Torino
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Per quanto i disegni mi premano
- Indirizzo
- Al Chiarissimo Signore | Il Sig.r Francesco Gonin | Cont.da nuova n. 18 | Torino
- Regesto
Alessandro Manzoni esprime all'artista Francesco Gonin l'ansia e l'affetto con cui è atteso a Milano dalla famiglia Manzoni e dagli amici. Lo scrittore trasmette notizie e comunicazioni sul lavoro.
- Testimoni
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(originale)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Manz.B.I.55c/4, cc. 2rv
(Timbri postali: «MILANO | MARZO 27»; «28. MAR.»; «FRANCA»)
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(originale)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Manz.B.I.55c/4, cc. 2rv
- Edizioni
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- SARACENO 1881, p. 55.
- SFORZA 1882-1883, vol. II, p. 29.
- PARENTI 1945, p. 241.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 553, vol. II, pp. 138-139, note alla p. 750.
- Opere citate
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Mio carissimo Gonin,
Per quanto i disegni mi premano, questa volta non si può proprio principiar da loro; bisogna principiar con la risposta, la più oziosa e superflua, ma la più cara a ripetere, alla tua domanda: se ti ameremo. Sì davvero che t'amiamo, e t'ameremo; e tu sai ch'io parlo in nome d'un coro; sai che vieni in un paese dove hai amici, pochi in proporzione degli ammiratori, non pochi in ragione di quel che la povera umanità ne suol dare, anche a chi più ne merita; sicchè io vo lieto d'esserne parte e una piccola parte. Massimo, Cattaneo, Grossi, Vitali, Rossari, etc. senza parlarti di que' di casa, e senza poterti parlare di tanti altri, i quali so quanto ti amano e t'apprezzano, senza saperlo da loro, t'aspettiamo con quel sentimento che ti desideravamo. E quasi mi scordavo di dirti che piacere e che vantaggio sarà per me il potermi intender con te ogni momento sui disegni, e raccoglierli a un per uno al loro nascere, e vederti soprantendere all'esecuzione; chè questo non sarà sempre, ed è un di più.
Ho dato le due prove a Pollet, traducendogli insieme lo squarcio della tua lettera; ché Sacchi e Bernard non gli ho trovati in casa. Per la parte mia, son contento, come tu puoi credere, che tu continui ad esserlo. Bernard lavora al frontispizio muto; ma non ho potuto vedere a che punto sia. Pollet stava intagliando un disegno di Riccardi, il quale, suppongo, sarà stato veduto da Massimo; ma siccome, in ordine di stampa, questo disegno non è de' primi, così penso d'intendermi con Sacchi, perchè si segua quell'ordine, e s'abbia addirittura un seguito non interrotto di vignette, per quando si verrà alla pubblicazione. Spero di poter ancora riparare una dimenticanza: Sacchi m'ha detto, giorni sono, d'avvertirti che si fida poco d'uno de' due legni che t'ha consegnati: lo riconoscerai al colore più smorto: e se non v'hai ancora disegnato su, aspetta ch'egli te ne spedisca un altro. Io aspetto i disegni che mi fai sperare per la fin del mese; e sai con che avidità: ma, per amor del cielo, non t'affannare; e sappi che un gran piacere m'ha fatto anche il sentire che tu hai dato un buono scappellotto al quadro della Battaglia. Il piacere ritardato non è perduto, e quanto ai bisogni dell'edizione, pur troppo l'intaglio va ancora troppo adagio, perchè si scarseggi di disegni. Intanto s'aspettano due nuovi intagliatori, Victor e Loyseau (li conosci tu?), e si ritiene che non finirà lì.
Addio, caro, carissimo Gonin; ricevi i cordiali saluti di tutti di casa, ed ama il tuo
Manzoni