Lettera n. 546
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Gonin, Francesco
- Data
- 14 febbraio 1840 (14 feb.o 1840.)
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- Torino
- Lingua
- italiano, latino, milanese
- Incipit
- Vorrei che ne fossi contento come dell'altre
- Indirizzo
- Al Chiarissimo Signore | Il Sig.r Francesco Gonin | Cont.da nuova, n. 18 | Torino
- Regesto
Alessandro Manzoni comunica all'artista Francesco Gonin le proprie osservazioni sul lavoro alle vignette dei Promessi sposi; intanto chiede e dà consigli sull'incarico.
- Testimoni
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(originale)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Manz.B.I.55b/6, cc. 2rv
(Timbri postali: «MILANO | FEBBRAIO 14»; «15 FEBB.»; «FRANCA»)
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(originale)
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Manz.B.I.55b/6, cc. 2rv
- Edizioni
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- SARACENO 1881, p. 37.
- SFORZA 1882-1883, vol. II, p. 16.
- PARENTI 1945, p. 236.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 546, vol. II, pp. 130-132, note alle pp. 747-748.
- Opere citate
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Gonin mio carissimo,
Vorrei che ne fossi contento come dell'altre: io ne ho dubitato: altri mi trovan troppo difficile, il che, in aspetto della tua sentenza, mi fa piacere, e del resto non mi compete punto. Ho però osato fare al Sacchi qualche osservazione, valeat quantum valere potest. Quella linea, per esempio, a sezion di circolo, che mi par dura e prolungata oltre il dovere, sulla faccia di D. Abb[ondio]. E anche a Massimo, il che conta un tantin di più, ha fatto la stessa specie. Il Sacchi m'ha detto che si può correggere. M'è parso che gli erbaggi sul tetto del tabernacolo abbian perduto un poco di ricchezza, di varietà e, dirò così, d'ultima mano: non me l'ha negato, né concesso. Ho trovato troppo poco accennata la pittura del tabernacolo: a questo m'ha detto che era così nella prova, perchè l'intagliatore, all'uso inglese, le tira leggerissime nelle parti che devon esser leggiere, e che, colla tiratura del torchio, queste parti compariranno meglio, anzi alcune che non si vedono, verran fuori, non solo in questa, ma anche nell'iniziale. Troverai nella parte superiore opposta al tabernacolo una nuvoletta che non ci avevi fatta: è parso agli intagliatori che fosse necessaria perchè il fondo non andasse a confondersi e a perdersi nel margine del foglio: e siccome mi fu detto che quest'aggiunta si poteva levare, se non ti piaceva, ho consentito io che si facesse. Troverai pure ombre semplici dove c'era cespugli e roveti, dietro il muricciolo: mi fu detto che non eran praticabili all'intaglio, e che eran di quelle cose sulle quali sarebbe stato necessario intendersi con te. Ahi! ahi! ahi! E quel che t'ho detto, e quel che son per dirti, e il troppo più che non ti dirò, perchè non capirebbe nel foglio, tutto mi tira al doloroso argomento. Ah! caro Gonin, l'è propi stada ona sassada in di véder. Non parlo del piacere di possederti, di que' bei castelli in aria di gite campagnole, d'esposizioni quotidiane etc.: si sa che il piacere dev'essere sagrificato per il primo. Ma io non saprei dirti, nè credo tu possa immaginarti quanto il tuo non esser qui, e subito, accresca le difficoltà dell'impresa, e possa anche farle danno per molti versi. Non ho veduto una volta gl'intagliatori, senza che m'abbian detto: lorsque M.r Gonin sera ici: viendra–t–il bientôt? Come posso io ripeterti (io che son ben lontano dall'intender tutto, e dal ritener tutto quel tanto che intendo) tante cose che mi vengono accennate intorno al modo di render facile, breve, sicura la fedeltà dell'esecuzione, d'ottener l'effetto con meno tempo e fatica? Oltre il resto, il prezzo dipenderà in parte da questi avvertimenti; e una mattina passata da te con questi giovani può fare che tu e gli spettatori non perdiate neppur uno de' tuoi tocchi, e che insieme lo speculatorone ci metta meno quattrini. E anche per lo stabilimento del prezzo tu mi potresti esser di gran vantaggio, poichè, quanto più si può ragionar la cosa, tanto più si può far piegar l'altra parte. Io non oso neppur proporti di domandare una proroga per gli altri lavori che ti vengon commessi: suppongo che sarebbe senza effetto, e temerei che non fosse senza inconveniente. Oso bene, a rischio di parerti indiscreto, pregarti d'una corsa, quand'anche non dovess'essere che d'andata, riposo e ritorno: beato se il riposo potess'essere di tre o quattro giorni. Tu vedi anche quanto importerebbe il far raccolta d'altri materiali, etc. etc.: chè l'ora della posta m'incalza. Perciò rispondo brevissimo alle tue domande. Il nome del Sacchi è sulle vignette, perchè è l'uso che ci sia quello dell'intraprenditore, anzi per lo più quello solo; ed è stata una concessione molto gradita agli artisti e che ha anche contribuito a determinarli a venire, l'aver loro permesso il Sacchi di mettere il loro nome ad ogni vignetta. Il tuo sarà cavato fuori autografo; come desideri, e desideravo anch'io: suppongo che l'aver fatto altrimenti sia stato cagionato dalla maggior facilità che è nel fare lettere ad uso di tipografia, che nel mantenere uno scritto originale.
Ti ripeto, di fuga, che aspettare fino all'esposizione è ritardare un bisogno urgente. Vedi di farmi questo piacere. Tutti di casa, Azeglio, Cattaneo, te ne pregano con me. Quest'ultimo, dopo letta la tua lettera, ha perduto le parole per il resto della sera. Questa tua lettera, quantunque trista e perfida, aveva pur di buone cose: il tuo giudizio favorevole degl'intagli, e l'essere scritta a posta corrente. Fa che l'altra, recando la buona nuova (buona, dans la débacle) abbia anche questo merito. Dimenticava di dirti che il frontispizio fu trovato dal Bernard qual è, arcibellissimo: quella ch'egli ha portato via, e che sarà a quest'ora quasi finita, è la vignetta del frontispizio tipografico. Addio, caro, carissimo Gonin, immaginati che tutti di casa, e gli amici ti dicano quel che sei avvezzo a sentir da loro, e v'aggiungano una preghiera.Il tuo Manzoni