Lettera n. 462
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Mojon Milesi, Bianca
- Data
- 6 gennaio 1836 (6 del 1836)
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- Parigi
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Ciò ch'Ella chiama chiedermi un favore è farlo a me
- Indirizzo
- Madame | Madame Blanche Mojon née Milesi
- Regesto
Alessandro Manzoni alla richiesta della signora Bianca Mojon Milesi di qualche composizione in verso che la signora de Montgolfier desiderava mettere in musica, risponde che per il momento non sta lavorando su nulla del genere.
- Testimoni
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- (originale) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.XXXII.68/2, cc. 2rv
- Edizioni
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- GNECCHI 1896, p. 72.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 462, vol. II, pp. 56-57, note alle pp. 707-708.
- Opere citate
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Pregiatissima Amica,
Ciò ch'Ella chiama chiedermi un favore è farlo a me. Ma gl'imbrogli son tanto naturali alle cose di questo mondo, che ci si trovano anche prima che le sian fatte. Io aveva veramente, anzi ho tuttavia, intenzione di comporre le canzoncine di cui Ella mi parla; ma è entrato di mezzo un altro lavoro che mi ha fatto levar le mani da quel primo; nè so quando potrò ripigliarlo. Debbo dirLe di più che un'altra rispettabile Signora di costì, la quale mi fece già l'onore di tradurre un'altra coserella mia, mi ha fatto di poi domandare allo stesso fine la prima cosa ch'io dessi fuora; ed io ho accettato con riconoscenza la proposta, avvertendo però che il lavoro a cui son dietro è intorno alla lingua italiana, e quindi, per ragion del soggetto, quando pure non gli mancasse altro, non può aver costrutto per istranieri. Sicchè son come impegnato pel lavoro susseguente: se non che forse, trattandosi di cosa da tradurre in verso, quella Signora non ne vorrà altro. In questo caso, e quando le canzoncine mi vengano passabilmente fatte, io mi darò premura di avvisarla quando saremo presso allo stampare, e sa il cielo quando sarà: ed Ella si compiacerà allora di farmi sapere se la Signora Mongolfier persisterà nella sua cortese e per me onorevolissima disposizione. Alla quale Signora intanto La prego di presentare i miei umili ringraziamenti.
Ad ogni modo io ne avrò ricavato un attestato della memoria di Lei, e una occasione di mostrarLe se non altro il mio buon volere. Così i miei sentimenti valesser qualche cosa, come la rispettosa affezione che Le porto è viva e inalterabile. La gradisca per queste qualità; gradisca pure gli affettuosi saluti di mia madre e i rispetti della mia famiglia; mi lasci sperare di rivederLa presto, mi ricordi a Mojon e a Tommaseo, e mi voglia sempreSuo dev.mo ser.e e amico
Alessandro Manzoni