Lettera n. 244
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Rossari, Luigi
- Data
- [11 settembre 1826]
- Luogo di partenza
- [Brusuglio]
- Luogo di arrivo
- [Milano]
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Doo – poil frée – mén – teneeembo
- Regesto
Alessandro Manzoni scherza con il Rossari e il Grossi intorno alle molte incombenze che affida loro; in particolare chiede di recuperare alcuni fogli del romanzo da spedirsi al Fauriel.
- Testimoni
-
- (originale) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.97b/7, cc. 2rv
- Edizioni
-
- SFORZA 1912-1921, vol. II, p. 240.
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 244, vol. I, pp. 402-404, note alla p. 901.
- CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 68, pp. 190-191, note alle pp. 191-192.
- Opere citate
-
Car.mo
Doo – poil frée – mén – teneeembo Terríi – bile spie– ta – aaato, Ríitor – na il ciel pla – ca – aa – aa – aa – ato con quel che segue. Ecco che iersera, mentre tu eri forse ancora in via per costà, ci arriva Emilio in persona, il quale mi dice che sua madre non partirebbe altrimenti oggi, ma domani, e che s'incaricherebbe egli di presentarle lettera e involto, etc. Per me l'andava di rondone; ma io pensava intanto a quel o a codesto povero Rossari, che appena a Milano si aveva a mettere in faccenda a cercar di Visconti, e a quel povero Visconti etc. In questo, arriva Gallina con la risposta di Grossi, dalla quale ritraggo ch'egli è stato a Milano egli stesso, etc. Ti lascio considerare se, in mezzo alla consolazione del vedere assicurato il mio negozio, io mi struggeva dentro, pensando agl'incomodi tollerati e da tollerarsi da tanta brava gente. Ma veniamo alla morale. |
Giacché la cosa si può ancora far bene, bisogna farla: mi preme troppo che ne abbiate onore in ricompensa delle vostre fatiche, e, come diceva messer Giulio, S'altro resta da farsi, il fatto è nulla. Se ieri adunque Visconti non s'è potuto trovare, o se non ha potuto andare, o se non è andato, perché sapesse la dilazione della partenza, non c'è nulla di fatto, e siamo a tempo a far tutto di nuovo. Bisogna dunque che Grossi, al quale ora mi rivolgo, attento bene! si faccia dar da Ferrario il di più stampato cioè i fogli 12, 13, 14, e faccia tirare pulitamente le 5 pagine del 15.o: che si faccia dare tutti i baratti (nel pacchetto speditomi non ce n'è che due, e sono otto o nove, salvo il vero) e aggiugnere il tutto all'involto imperfetto che si voleva consegnare ier sera, e l'involto così compiuto, sigillarlo, scrivervi sopra: à M.r C. Fauriel, rue de Verneuil, n.o 47, e consegnarlo, o farlo tenere ad Emilio, il quale stamattina alle dieci parte da Affori | per Milano, e vi starà tutto il giorno. Se poi il pacchetto fosse già stato consegnato ier sera, bisogna fare un pacco nuovo con entro ogni cosa, e consegnarlo, ritirando l'informe di ieri. Se tu o Grossi lo andaste a consegnare in persona ad Emilio, la cosa sarebbe fatta ancor meglio. Io sono inteso con lui di tutto.
A voi, da bravi, Piladi o Damoni o qual che sia l'amico più celebre dell'antichità che voi pretendiate di emulare, come ho ragione di supporre stando alle vostre proferte, ai vostri vanti, alle vostre chiacchiere; siamo al cimento de' fatti, e si vedrà s'elle erano chiacchiere, o parole di proposito. Portatevi bene, e in ricompensa non lascerò scappare nessuna opportunità di darvi ancora da fare, di mettere alla prova codesta vostra amicizia, e di farla brillare, che è quello che dovete desiderare più ardentemente, se avete cuore in petto, e amore della vostra riputazione. Ed io, dopo aver tanto fatto per voi, vado a prendere un po' d'asolo in giardino, come è giusto. Valete, e salutate anche Torti, quantunque in tutto questo non faccia nulla per me.