Lettera n. 188

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Rossari, Luigi
Data
19 agosto 1823
Luogo di partenza
Brusuglio
Luogo di arrivo
Milano
Lingua
italiano
Incipit
Mi affretto a rispondere
Indirizzo
À Monsieur | M.r Louis Rossari | C.da di Borgonuovo, rimpetto alla Posta | À Milan
Regesto

Manzoni comunica al Rossari la sua autorizzazione per un'edizione degli Inni Sacri presso il tipografo Bettoni di Brescia e rifiuta l'assenso per il carme In morte di Carlo Imbonati.

Testimoni
  • (originale) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.97a/1, cc. 2rv
Edizioni
  • SFORZA 1912-1921, vol. II, p. 100.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 188, vol. I, pp. 308-310, note alle pp. 853-854.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 38, pp. 128-130.
Opere citate

In morte di Carlo Imbonati; Inni sacri

+ Testo della lettera

A. C.
Mi affretto di rispondere alla car.ma, con la quale ti sei compiaciuto di trasmettermi, da parte della Tipografia Bettoni, la gentile domanda del mio assenso alla publicazione dei Versi in morte di Carlo Imbonati e degli Inni Sacri.
Quanto ai primi, mi duole davvero di dover cagionare la noja dello scomporre a chi ha già tollerata quella del comporre; ma non posso dare l'assenso richiesto; essendo cosa da me rifiutata e disapprovata per molte ragioni, e fra le altre pel tuono d'arroganza che vi domina, e che per mia buona sorte, è ridicolo; ma specialmente perché contiene ingiurie personali, o per dirla meglio in milanese, insolenze, le quali, anzi che confermarle con una nuova publicazione, vorrei non aver mai publicate, né scritte, né pensate. Quanto agli Inni Sacri, desidererei certamente che non fossero già composti, per potere, senza rendere inutile una fatica già fatta, pregare il sig.r Tipografo di lasciarli fuora; giacché prevedo pur troppo la maraviglia e lo scandalo che nascerà dal trovare quei componimenti collocati in una raccolta di poesie scelte, le beffe di | moltissimi, al vedere il loro autore intruso fra i celebri. Sarà difficile che di queste beffe qualche eco non arrivi anche a me, nel mio cantuccio: e a dir vero, c'è abbastanza amarezze inevitabili in questo mestiere dello schiccherar carte, perché uno cerchi di scansar quelle che può. Pure, poi che la fatica è fatta, se il Signor Bettoni persiste nel suo proposito, io ti faccio organo del mio glorioso privilegio d'autore, e ti abilito a dargli in mio nome l'assenso, per la publicazione degli Inni Sacri. Ti prego però di fargli sapere nello stesso tempo ch'io confido che a tutti quelli che si lagneranno con lui di questa intrusione, egli vorrà raccontare la cosa come è andata, e non permetterà che si supponga un trascorso di mia presunzione in ciò che è soltanto errore d'indulgenza altrui. Che se egli, pensando più seriamente alle lagnanze che sta per tirarsi addosso, alla noja e alla difficoltà del giustificarsi, deponesse questo pensiero, io gliene professerei una vera gratitudine, senza diffalcare in nulla da quella che già gli debbo per averlo concepito. |
Mi spiace che la tua amicizia che a me non apporta che giocondità e conforto, sia a te cagione di disturbi. Perdonami questo con tanti altri; e per far meglio, vieni in persona a farmene certo; vieni una di queste mattine in abito da cacciatore. Sento, a dir vero, che quest'anno non c'è troppe quaglie da ammazzare; ma in mancanza di quaglie, troverai qui un... tuo buon amico, al quale allegrerai una giornata. Non mandare scuse in tua vece. Addio, ti abbraccio con quell'affetto che tu sai.
Il tuo A. Manzoni