Lettera n. 1821

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Grossi, Tommaso
Data
[agosto 1824] ([inizio agosto 1824])
Luogo di partenza
[Brusuglio]
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano, francese
Incipit
Ti mando il 4.o e il 5.o corretti
Indirizzo
Grossi
Regesto

Manzoni invia al Grossi alcune bozze corrette del primo capitolo dell'edizione Ventisettana dei Promessi sposi. Discute ancora del nome del bravo bergamasco che gli manca (cfr. lett. n. 205), per cui ha provato a cercare Il Goffredo del signor Torquato Tasso travestico alla rustica bergamasca da Carlo Assonica. Si pronuncia sul tipo di carta da adottare per l'edizione.

Testimoni
Edizioni
  • ISELLA 1973A, pp. 79-80.
  • ISELLA 1973B, pp. 9-10.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 1821, vol. III, pp. 1197-1198, note alle pp. 1303-1304.
  • SARGENTI 2005, vol. I, pp. 279-281.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 48, pp. 155-157, note alle pp. 157-158.
Opere citate

I promessi sposi

+ Testo della lettera

Infelicissimo amico!
Ti mando il 4.o e 5.o corretti. Non so se il Troppetto mi troverà discreto; ma io ho posto gran cura ad esserlo, e ho ben contate le lettere ogni volta che la mutazione doveva cagionare un remaniement. Non so la parola ital[ian]a ma in quella vece te ne do una francese, che so che la gradisci assai.
Chi mi comanda? è bene la mia lezione, ma sento che non va bene. Ho detto comanda in vece di chiama, come parola che indica sommissione. Che mi comandano? dovrebbe andar meglio.
Quegli lo riteneva, e l'ho trovato realmente d'uso promiscuo; però giacché siamo in tempo, sarà bene riportarlo esclusivamente al nomin[ativ]o singolare e corregger sempre quelli nel plurale.
Pel bravo bergamasco avrei desiderato non un nome, ma un soprannome indicante qualche qualità; e se fosse anche toscano, sarebbe un tesoro. Abbi pazienza e trovamelo. Voleva cercar qualche | bel titolo nel Tasso bergamasco, ma non l'ho potuto trovare.
Per Sismondi, scrivo io a Giudici. Fauriel ed io ti ringraziamo del Montlosier. La carta mi piacerebbe di paglia, se ve ne avesse di bianca; il che non credo; dunque carta di cenci. E viva l'abbondanza!
Rimando anche la prima prova della pag. 30, (che ora va a maraviglia) affinché Ferrario possa, se crede, farla censurare pei molti cangiamenti. Quanto al foglio di aggiunte, la censura sarà indispensabile.
Nel Cap. VI. poco lontano dal principio dove dice: Fra Crist[ofor]o avvertito da queste parole che quel signore tendeva a volgere il discorso in contesa etc. ... vorrei correggere: che quel signore cercava di tirare al peggio le sue, per volgere il discorso in contesa, e non gli dar | luogo di venire alle strette, s'impegnò etc.
Basta egli? Oh povero Grossi! Lavori almeno? Non me ne dici nulla nel viglietto di questa mattina. Pensi di venire a trovarci? Non dico finché dura questo caldo, ma quando sarà piovuto? E di restare qualche giorno? Me l'hai promesso. Intanto addio. Saluta i concorrettori e Visconti che non vedo da tanto tempo. Ma il caldo in verità è una buona ragione. Spero nella pioggia che mi darà amici e gran-turco. Questi poveri affaticati contadini cominciano già a fare il viso lungo. Ma, vedi quanti bei trovati per farti perdere il tempo, e per annoiarti, come se non bastassero le seccature inevitabili. Inevitabili? Chi l'ha detto? Ma non c'è più spazio - Addio