Lettera n. 1043
- Mittente
- Manzoni, Alessandro
- Destinatario
- Pedro II
- Data
- 15 aprile 1853
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- s.l.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- La profonda e rispettosa e, oso aggiungere
- Regesto
Alessandro Manzoni rifiuta, pur ringraziandolo dell'onore, la nomina a Official da Orden da Rosa offertagli dall'imperatore del Brasile. Lo scrittore riferisce di avere già rifiutato in passato simili onorificenze (da parte del granduca di Toscana Leopoldo II, di Luigi Filippo d'Orléans e del re di Prussia, vd. lettere 435 e 445, 557, 733 e 739). Manzoni non può rispondere nel dettaglio alla richiesta di chiarimenti su alcune varianti rilevate dall'imperatore tra la copia autografa del Cinque maggio che lo stesso scrittore gli ha inviato (vd. lettera 1004) e le due edizioni in suo possesso (I quattro poeti italiani, con una scelta di poesie italiane dal 1200 sino a' nostri tempi, pubblicati secondo l'edizione del 1833 da A. Buttura, Parigi, Lefèvre e Baudry, 1836; Opere complete di Alessandro Manzoni, con un discorso preliminare di N. Tommaseo ed aggiunte osservazioni critiche, Parigi, Baudry, 1843). Manzoni afferma, infatti, di non conoscere le due edizioni in questione e di non potere neppure procurarsele, poiché egli stesso ha fatto istanza affinché fosse vietata in Italia la vendita di edizioni straniere delle sue opere. L'unica variante dell'ode a lui nota è «Ferve» in luogo della corretta lezione «Serve» (v. 40).
- Testimoni
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- (minuta) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.5/a2, cc. 2rv
- (originale) Petrópolis, Museu Imperial, Maço 119, Doc. 5892
- Edizioni
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- BARBI-GHISALBERTI 1942-1950, vol. III, p. 587 (da copia, con data errata «1834»).
- GORDON 1951, p. 190 (dall'originale).
- ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 1043, vol. II, pp. 654-656, note alle pp. 995-996.
- Opere citate
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[...] Sono poi mortificatissimo di non poter darLe le spiegazioni che ha la somma Bontà di desiderare, e mi fa l'onore di chiedermi, intorno a quasi tutte le lezioni differenti d'alcuni versi dell'ode di cui ha voluta gradire con tanta degnazione una mia copia. Le due edizioni di cui mi fa cenno, io non le ho mai viste, e non potrei procurarmele, avendo io medesimo fatta istanza perchè non fosse permessa l'entrata all'edizioni straniere de' miei scritti. La sola variante che mi sia nota, è quella del Ferve sostituito al Serve. E, per non mancare all'usanza de' poeti, difenderò arditamente la mia lezione, e per il merito dell'antitesi, accennata dalla Maestà Vostra, e perchè il sentimento che sarebbe espresso dal Ferve è già toccato implicitamente nelle parole ansia e indocile, del verso precedente. Avrei di che vergognarmi di trattenere Vostra Maestà di tali miserie, se il pensare che ubbidisco in ciò a un Benigno Comando, non me ne facesse in vece una tentazione di superbia. [...]