MANZ.BRU. C.07. 307 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni
- Osservazioni sull'esemplare
1 v. (Rilegato con Observations générales sur l'influence de la latitude).
- Presentazione
Il postillato ci riporta alla passione del M. per la coltura della vite, in particolare della vite di Borgogna: il Galanti ci testimonia che il Manzoni impiantò un vigneto «servendosi di uve della Borgona; adottando la precisa potatura levantina, che, per essere di grande economia, venne imitata da altri agricoltiori pprogressisti d’allora. Eppure anche oggi si danno e in Toscana e qui per nuove e peregrine le viti coltivate a basso alberetto, a ‘furchiccio’ levantino senza palo, a ceppaia bassa, a ‘colocchia’ semplice, e ad archetto con un solo tutore, metodo quest’ultimo comune all’astigiano ed al fiorentino, come dimostrasi nell’accreditata operetta del Lawley di Pisa (“Manuale del Vinaiuolo”), e come Manzoni affermava riuscire benissimo anco in Brianza per prove sue». E sulla nuova passione si ricordi anche la sestina de Rossari: «E gli s’è aggiunta quest’altra pazzia, | Di rinnovar gli italici viigneti, | Pronto a dar del caparbio a chicchessia | Se al promesso miracol non s’acqueti, | Ch’egli un vin vuol spillar da far vergogna | A quelli di Sciampagna e di Borgogna», ricordata da Ghisalberti, Il Manzoni georgofilo, p. 1069-70, e datata dal Barbi agli anni intorno al 1830 (Piano per una edizione nazionale delle Opere del Manzoni, in «Annali Manzoniani», I, 1830, I, 1939, p. 76 e ssg.)
Il carteggio (si veda la ricostruzione dei Corgnati: Il viticoltore, in Manzoni fattore di Brusuglio) è intessuto di riferimenti a piantagioni di vitigni, in aprticolare a quelli di Borgogna, in particolare all’altezza del 1831, quando il Manzoni, anche attraverso la madre Giulia, si rimette in contatto con gli amici Falquet-Planta del Delfinato per avere le barbatelle di pinot noir che il Manzoni vuole mettere a dimora.
- Strumento di scrittura
- penna
- Numero delle postille
- 1
- Segni di lettura
- 5
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(12)
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