CS.M 373 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani
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1.
lo è
Nella Seconda minuta, si registra una variante, da inchino > a riverenza riferita a Renzo (III, XXXVIII, 48, ISELLA 2012, p. 576); e nel passaggio dalla ventisettana alla quarantana si trova la variante fargli un inchino > corretta in riverirlo , riferita a don Abbondio (XXV, 30). Tuttavia, la distinzione non ha applicazione costante nel romanzo perché, se il gesto della riverenza non è mai attribuito a personaggi femminili, quello dell’inchino si riferisce anche a personaggi maschili. La voce riverenza è inoltre oggetto di una postilla alla Crusca, dove si stabilisce però la differenza tra i due valori di atto e sentimento (ISELLA 2005, p. 461).
Luogo dell'opera: Lettera I, voce Inchino
Termine o passo postillato: INCHINO, per Riverenza, che si fa con inchinare, cioè abbassare la testa e piegare le ginocchia; ed è proprio delle donne: laddove la Riverenza si fa con abbassar la testa e, piegandosi un sol ginocchio, si manda l’altra gamba addietro a foggia di genuflessione; ed è propria degli uomini (Minuc. In Not. Malm. V. I, p. 51, col. I. La differenza qui accennata dal Minucci non pare che in oggi sia osservata.)