CS.M 2533-2534 4 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

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2.

[S]e bene crediamo [che] cotale temerità [sia] più tosto pro[ce]duta da inso[le]nza che da fine [sc]elerato, ad ogni [m]odo, non paren[do]ci conveniente [ch]e questo delitto [i]n qualsivoglia modo resti impunito, massime in tempo tanto pericoloso e sospettoso, per consolazione e quiete di questo popolo, e per cavare indizio dal fatto, abbiamo oggi pubblicata grida etc. Lettera del Trib.e Al gover.e; 2[1] maggio. Nell’archivio.

La trascrizione della lettera del Tribunale oggetto della postilla, e la trascrizione in nota, da parte di Verri, della grida pubblicata dal Lattuada sono alla base del riferimento in PS, XXXI, 67 (cfr. Nunnari 2013, pp. 507-508).

Luogo dell'opera: Capitolo XXX. Governo del Conte di Fuentes e de’ suoi successori. Morte del Re di Spagna Filippo III. Fondazioni pubbliche reggendo l’Arcivescovado di Milano il Cardinale Federigo Borromeo. Progresso delle controversie giurisdizionali. Peste del 1630.
Termine o passo postillato: Ma il delirio più scandaloso, e ch’ebbe più tragici effetti, fu quello delle unzioni venefiche. La Storia ci attesta che si è prestata credenza a questa sciocca cagione in altri contagi, ed abbiamo veduto che l’opinione ne corse anche nella Peste del 1576. Ora a darle maggior voga venne un Dispaccio del Re Filippo IV, che avvisava il Governatore di far invigilare che non s’introducessero nel Milanese alcuni uomini portatori di unguenti pestiferi, ch’eran stati veduti in Madrid e di là fuggiti. Queste precedenze erano più che sufficienti perché si asseverasse che siffatte unzioni già facevansi in Milano, e così avvenne. Un Editto del Tribunale di Sanità, del 19 maggio, asserendo il fatto per indubitato, promise il premio di duecento scudi a chi avrebbe data certa notizia de’ rei, e di più l’impunità al denunciante qualora fosse uno de’ complici, ma non il principale (2). (2) L’editto, pubblicato dal Latuada ( Descrizione di Milano , tomo III, pag. 322) è il seguente: «Avendo alcuni temerarj o scellerati avuto ardire di andare ungendo molte porte delle case, diversi catenacci di esse e gran parte dei muri di quasi tutte le Case di questa Città con unzioni parte bianche e parte gialle, il che ha causato negli animi di questo popolo di Milano grandissimo terrore e spavento, dubitandosi che tali unzioni siano state fatte per aumentare la Peste che va serpeno in tante parti di questo Stato; del che potendone seguire molti mali effetti ed inconvenienti pregiudiziali alla pubblica salute; a’ quali dovendo li Signori Presidente e Conservatori della Sanità dello Stato di Milano per debito del loro carico provedere, hanno risoluto per beneficio pubblico e per quiete e consolazione degli abitanti di questa Città, oltre tante diligenze sin qui d’ordine loro usate per mettere in chiaro i delinquenti, far pubblicare la presente Grida, con la quale promettono a ciascuna persona di qualsivoglia grado, stato e condizione si sia, che nel termine di giorni trenta prossimi a venire dopo la pubblicazione della presente metterà in chiaro la persona a o le persone che hanno commesso, favorito, ajutato, o dato il mandato, o recettato, o avuto parte o scienza ancorchè minima in cotal delitto, Scudi duecento de’ denari delle condanne di questo Tribunale; e se il notificante sarà uno de’complici, purchè non sia il principale, se gli promette l’impunità, e parimente guadagnerà il suddetto premio. […].