CS.M 2694 Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani
- Osservazioni sull'esemplare
Legatura in pelle, con titolo e fregi in oro sul dorso, in parte scollato. Contropiatti e risguardi marmorizzati. Nel recto della carta che precede il frontespizio compare la firma autografa «Manzoni».
- Presentazione
Nella prefazione al Carmagnola compare una citazione dal capitolo X dei Moeurs des Israélites, utilizzata a proposito delle inverosimiglianze presenti nei testi teatrali concepiti secondo le unità di tempo e luogo «Forse si è qui eccessivamente ciarlato su una questione già così bene sciolta, e che a molti può parer troppo frivola. Rammenterò a questi ciò che disse molto sensatamente in un caso consimile un noto scrittore: Il n’y a pas grand mal à se tromper en tout cela: mais il vaut encore mieux ne s’y point tromper, s’il est possible» (SANDRINI 2004, p. 9). Il passo, che si trova a p. 40, dei Moeurs non è segnato né postillato. A un’altra opera di Fleury, l’Histoire ecclesiastique Manzoni fa esplicito riferimento nel Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia (1822), citandola come esempio di fonte non attendibile: «Abbiamo citato questa falsa opinione [che Ermengarda fosse stata ripudiata perché sterile], perché è stata ricevuta da molti scrittori, e dallo stesso Fleury: ma quando scriveva quel valentuomo, la critica della storia era ancora più corriva che ai giorni nostri». Segue, in nota, il rimando preciso: «Hist. Eccl. Liv. 43, 59» (BECHERUCCI 2005, pp. 77-18; il passo ritorna nell’edizione del 1847, p. 174, ma cade la definizione ironica di «valentuomo»). I 36 volumi dell’Histoire ecclesiastique sono conservati presso la biblioteca di Brusuglio (BRU E. 01 368 1-36). Nella biblioteca di via Morone si conserva invece un’altra opera di Fleury, Les devois des maitres et des domestiques (CS. M 1829).
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