CS.M 1293-1298 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani
- Presentazione
I volumi del Teatro comico fiorentino sono quelli che più assiduamente Manzoni interroga nella sua ricerca di una lingua «viva e vera» per il romanzo. Molti di questi agutori, che Manzoni nell'Appendice alla Relazione dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla non esiterà a chiamare autori «di lingua», furono infatti al contempo sia commediografi che accademici cruscanti e ciò spiega come molte di queste citazioni siano presenti sin dalla prima edizione del Vocabolario della Crusca. Da questi autori, per così dire, minori, Manzoni trae ben 135 excerpta con cui commentare e ampliare le definizioni della Crusca. L’autore più citato è Cecchi e, tra le sue commedie, il primato spetta ai Dissimili (con 31 excerpta), seguono il Lasca, D’Ambra, Buonarroti e, infine, Salviati: grazie a tali auctoritates fiorentine Manzoni può non solo aggiornare l’esemplificazione proposta dai compilatori veronesi, ma anche aggiungere locuzioni mancanti (come gettare acqua sul fuoco o l’espressione gergale cum quibus, ecc.), correggere definizioni imprecise o semplicemente constatare graditissime concordanze tosco-milanesi (per quanto concerne ad esempio non so chi mi tenga, tra che, miglioramento della morte, venire dietro come un cagnolino ecc.).
Trarre risultati numerici da un lavoro così complesso, stratificato e ricco di implicazioni è senz’altro arduo, ma analizzando anche sommariamente i dati quantitativi emersi dallo studio dei reimpieghi – pure quelli non letterali – in Seconda minuta (sin nell’Introduzione) di termini, locuzioni e modi di dire incontrati da Manzoni nei testi del Teatro comico fiorentino, è possibile ipotizzare la collocazione cronologica di questi spogli, situabili nell’intensissimo periodo tra 1823 e 1827. I numeri delle tessere linguistiche riconducibili ai comici del ‘500 entrate negli Sposi promessi sono quanto mai eloquenti: 33 locuzioni dalle commedie di Cecchi, ben 68 da quelle dal Lasca, 23 dal D’Ambra, 15 dalla Spina di Salviati (ma in questo caso si è lavorato soltanto su una campionatura di loci) e 12 dalla Tancia di Buonarroti il Giovane (testo che in verità Manzoni studiò maggiormente nell’edizione del 1726, corredata dalle annotazioni di Salvini).
- Descrizione della postillatura
Presentano notabilia e segni di lettura (trattini a margine e segni a foggia di I) tutti e sei i tomi; delle venti commedie raccolte, solo tre non recano segni di lettura: La moglie e La stiava di Cecchi e Il Granchio di Salviati.
- Opere correlate
- Edizioni
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- CARTAGO 2013 = Cartago Gabriella, Un laboratorio di italiano venturo: postille manzoniane ai testi di lingua, Milano, Centro nazionale studi manzoniani, 2013 (Quaderni Manzoni, 10)
- Comprende
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Cecchi, Giovanni Maria1 [Postillato]
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Cecchi, Giovanni Maria2 [Postillato]
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Lasca3 [Postillato]
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Lasca4 [Postillato]
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D'Ambra, Francesco <1499-1558>5 [Postillato]
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Salviati, Leonardo <1540-1589>6 [Postillato]
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