CS.M 533 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani
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1.
V. N° 160 et suiv.
Ai paragrafi 160 ss., marcati da un’orecchia, si tratta infatti dei termes de suplément , ovvero «Toute expression qui n’est pas nom, verbe ou modficatif», tra cui le interiezioni. Il passo postillato e quello a cui il rimando si riferisce trovano riscontro in un passaggio della quarta redazione del trattato Della lingua italiana , dove, al capitolo III (dedicato alle regole grammaticali) si compendia, in parte citando direttamente, la posizione di Buffier in tema di parti dell’orazione: «Alla classe degli speculativi-pratici appartiene il P. Buffier, autore della Grammatica francese su un nuovo disegno (1709). Secondo lui “i primi elementi di tutte le lingue si riducono all’espressioni che significano, 1°. il soggetto di cui si parla, 2°. Ciò che di esso si afferma, 3°. Le circostanze dell’uno o dell’altro”. Da questo deduce cinque esser le parti dell’orazione: il nome, che serve al primo intento; il verbo che serve al secondo; e tre altre specie che servono al terzo, e alle quali perciò dà l’appellazione comune di modificativi; e sono l’avverbio, la preposizione e la congiunzione. [...] Fa poi menzione il Buffier d’altri vocaboli che dice equivale a più parti dell’orazione, o anche a una proposizione compita; e che perciò denomina: termini di supplemento; e avverte che non ne fa una parte dell’orazione, appunto perché supplementari; mentre le altre tre specie (nome, verbo e modificativi) sono, dice, le sole essenziali a qualsivoglia lingua. E tra questi termini di supplemento pone le interiezioni, gl’imperativi e gl’indicativi de’ verbi, i vocaboli sì e no, e altri» (STELLA-VITALE 2000B, pp. 765-66).